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domenica 16 marzo 2014

L'aborto

L'aborto è l’interruzione prematura di una gravidanza. Questa può avvenire per cause naturali, aborto spontaneo, o essere provocata artificialmente, aborto provocato o interruzione volontaria della gravidanza.

L’aborto o interruzione volontaria di gravidanza (IVG), a partire dagli ultimi decenni del XX secolo, è una pratica autorizzata per legge in buona parte del mondo, soprattutto in quello occidentale.
Le motivazioni sono diverse: in casi di salute della madre, di gravi malformazioni del feto, di violenza carnale subita. Altre motivazioni ammesse sono il giudizio della donna sulla propria impossibilità di diventare madre ad esempio per giovane età, per rapporti preesistenti al di fuori dei quali è stato concepito il bambino, per timore delle reazioni del nucleo familiare (o della società) nei confronti di una gravidanza. In diversi paesi, come l'Italia, l'aborto è garantito anche alle minorenni e se in assenza dei genitori, viene affiancato un tutore del tribunale minorile.
In altre nazioni l'aborto è imposto o raccomandato quando il nascituro non abbia le caratteristiche volute, prima fra tutte il sesso. Questa condizione sociale avviene in stati dove le femmine non sono “ben volute” come in India e Cina.
La legge italiana sulla IVG è la Legge 22 maggio 1978, n.194 (citata come "la 194").
La 194 consente alla donna, nei casi previsti dalla legge, di poter ricorrere alla IVG in una struttura pubblica (ospedale o poliambulatorio), nei primi 90 giorni di gestazione; è possibile anche tra il quarto e il quinto mese, solo per motivi terapeutici.
                                                                             

Per me l’aborto è come un omicidio. Perché devo negare la vita ad una persona per via di un errore commesso nella contraccezione? È una cosa terribile. Per certi aspetti sono contraria perché poni fine ad una vita umana solo perché, ad esempio, il sesso del bambino è femmina (come in Cina ed India). Però per certi aspetti sono d’accordo: se quel bambino è frutto di violenza o di stupro, allora si, perché è fatto solo con l’intenzione di fare del male ad una persona. Oppure quando il bambino ha problemi e malformazioni davvero gravi, perché pur di non farlo soffrire una donna farebbe di tutto.
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